Gazmend Freitag è un artista, un pittore per l’esattezza. Nato e cresciuto in Kosovo, nel 1990 dovette abbandonare gli studi in Giurisprudenza, tutte le scuole vennero chiuse in quel periodo, a causa della guerra e dei continui attacchi da parte dell’ex Jugoslavia. A soli 22 anni, Gazmend Freitag si trasferì in Germania, dove ci rimase per una decina d’anni, per poi emigrare di nuovo, e questa volta a Linz, in Austria. E lì, nella famosa e antica Linz, centro del Sacro Impero Romano dal 1489 al 1493, Gazmend ha ricominciato la sua nuova vita, senza dimenticare il suo sogno di rientrare nella sua terra e trovare finalmente il Kosovo unito all’Albania, sotto un’unica nazione.
Gazmend Freitag, ci racconti qualcosa di lei, delle sue origini.
Sono albanese, classe 1968, sono nato a Pataçan i Poshtëm, in Kosovo. Sono il terzo di cinque fratelli.
Com’è stata la sua infanzia, che ricordi ha?
Ho avuto una infanzia molto felice. Sono cresciuto in un ambiente familiare accogliente e numeroso, insomma una tipica famiglia contadina. Avevamo tre case con grandi giardini, un cane, alcune mucche e due grandi cavalli. I miei familiari erano viticoltori.
In che anno avete abbandonato la vostra città natia, che ricordo ha di quel periodo?
A causa della chiusura dell’Università del Kosovo, dove io studiavo Legge, dalla politica aggressiva dell’ex Jugoslavia, decisi di emigrare in Germania. Era il 1990, e io avevo 22 anni.
Come sono stati i primi anni da emigrato?
Inizialmente ero molto affranto e il mio pensiero era rivolto sempre alla mia terra natia, nutrivo la speranza di ritornarci a breve termine per completare i miei studi, ma così non è stato. A Balingen conobbi una ragazza tedesca, ci sposammo e vissi con lei per dieci anni, poi il nostro matrimonio finì e io mi trasferii a Linz in Austria, dove vivo solo e mi occupo principalmente di arte figurativa.
Perché sceglieste Linz?
Scelsi questa città perché ci abita il mio quarto fratello Sabedini, il quale è un dottore e qui ha il suo studio. Mi piace la città che è attraversata dal fiume Danubio, la sua natura, il suo carattere multiculturale. La città di Linz è molto presente nei miei lavori, in qualche modo mi sento parte di questa città.
Oggi siete un’artista molto apprezzato, qual’è il tema che amate maggiormente?
Sono sincero, non c’è un tema che amo in maniera particolare. I ritratti della mitologia albanese, le figurazioni e i paesaggi della mia terra mi hanno toccato nel mio percorso. Oggi, sono molto interessato alla natura pacifica e al nudo. Il mio interesse per il nudo invece è nato grazie ad Annelies Oberdanner, professoressa di arte all’Università di Linz, che io ho frequentato nel 2013 e 2014.
Quanto è presente il Kosovo nei suoi lavori?
Il Kosovo è sempre presente nei miei lavori. Giorno dopo giorno sento nell’anima il bisogno di dipingere i miei ricordi nel Kosovo e in Albania, che considero allo stesso modo la mia patria. Penso che sia un processo naturale. Le pitture ad olio “Ura e gurit në Prizren – Il ponte di pietra a Prizren” è stato molto apprezzato dal pubblico, il quale conosce i miei lavori, quella collezione privata appartiene oggi ad un albanese molto benestante che abita a Vienna.
Ha mai pensato di far ritorno in Kosovo?
Con la mente torno in Kosovo e in Albania ogni giorno, ma sono trascorsi quasi 3 decadi da allora e io mi trovo ancora in diaspora. Forse un giorno, io tornerò.
Secondo lei, quali sono i lati positivi e negativi del Kosovo?
Sono trascorsi 30 anni e naturalmente il Kosovo e l’Albania sono cambiati, questo è un fattore positivo. Per valutare i fattori negativi dovrei viverci.
Sono molti i giovani che stanno emigrando dall’Albania e dal Kosovo alla ricerca di un futuro migliore, come vedete questo fenomeno?
Trovo che la gioventù albanese e kosovara sia meravigliosa, come trovo naturale il loro desiderio di misurarsi con il mondo fuori, per capire e per crescere, per completarsi e rinascere dalle ceneri di un passato troppo ingombrante.
Crede che l’Albania sia pronta per entrare nell’Unione europea?
Sì. L’Albania è l’Europa. Gli europei possono imparare dalle vicissitudini e quindi dal passato degli albanesi. Gli albanesi, questo popolo abbandonato, un popolo di pace e democratico, ospitale e fedele.
Cosa pensa invece del futuro del Kosovo in Europa?
Credo che il Kosovo come l’Albania entreranno nella grande famiglia europea. Sono convinto che ciò avverrà molto presto.
Che rapporti ha con il Kosovo e i kosovari?
Sono molto legato al Kosovo e ai kosovari. Oggi, grazie ad internet e ai social network come Facebook ho ritrovato molti amici e conosciuto molte persone con storie simili alla mia sia dal Kosovo che Albania.
Cosa la colpisce maggiormente ogni volta che rientra in Kosovo e in Albania?
Se devo dire la verità, in 27 anni sono tornato in Kosovo soltanto una volta, nel 2003, dove ho avuto la possibilità di visitare anche l’Albania, realizzando così il mio sogno da bambino nel vedere la terra dell’eroe Skenderbeu, piuttosto Naim Frasheri, Migjeni o del grande maestro Ibrahim Kodra. Non ho mai conosciuto in Europa una terra bella, misteriosa, con una natura potente quanto l’Albania. È stato amore a prima vista.
Cosa pensate della politica in Austria, soprattutto delle posizioni in merito all’immigrazione?
La politica è una giostra poco interessante per me. Gira sempre su stessa, è nella sua natura non vedere davvero gli altri. È veloce, irrequieta. Ti divora dentro se cerchi di capirla, e anche quando la capisci. Ciò che posso dire è che l’Austria è una nazione vicina alle tematiche dell’immigrazione e gli austriaci si sono sempre prodigati ad aiutare, forse in Europa se ne parla poco ma chi vive e viene a visitare l’Austria lo capisce subito. Poi, l’Austria e l’Albania sono legati da rapporti storici.
Come vede e vive lo stato dell’arte oggi?
La pittura è cibo spirituale e come tale è fondamentale. La lingua dell’arte apre le porte della comunicazione.
Chi sono gli artisti che amate maggiormente?
Il genio Leonardo da Vinci, Picasso, Ibrahim Kodra e Lucian Freud sono tra gli artisti che ho amato e che mi hanno ispirato.
Crede che i giovani albanesi e kosovari emigrati saranno capaci di fare la differenza in Kosovo come in Albania?
Io posso parlare per me che sono qui, perché non faccio distinzione tra il Kosovo e l’Albania. Il sogno di noi kosovari è sempre stato quello di unirci finalmente all’Albania ed essere finalmente un’unica nazione. Forse, prima o poi, questo avverrà.
Sta preparando una nuova esposizione? Se sì, dove?
Attualmente sto curando la mia esposizione all’Ambasciata albanese a Vienna. Ho una offerta per una nuova esposizione personale in Albania per l’anno 2018, ma il progetto è ancora in fase embrionale per cui non posso espormi troppo.
Faleminderit shumë Gazmend.
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